10 errori che rovinano la user experience (UX) nel 2025

Ti sveliamo gLI errori user experience da non fare Nel 2025 la user experience (UX) non è più un’opzione, ma una necessità. Un sito web con una cattiva esperienza utente non solo scoraggia i visitatori, ma può anche compromettere il tuo posizionamento SEO, ridurre le conversioni e danneggiare la percezione del tuo brand. In questo articolo, esploriamo 10 errori UX frequenti che ancora oggi si trovano su siti web aziendali, e-commerce e piattaforme digitali — e come evitarli con soluzioni concrete e attuali. 1. Navigazione inconsistente e caotica Errore: Menu duplicati, voci disordinate, breadcrumb assenti, e contenuti difficili da trovare. Soluzione: Struttura gerarchica logica (massimo 3 livelli) Menu visibili su tutte le pagine Uso di breadcrumb, CTA coerenti e percorsi prevedibili Test di usabilità con utenti reali 2. Prestazioni scarse e tempi di caricamento elevati Errore: Un sito lento (>3 secondi) è uno dei principali motivi di abbandono Soluzione: Lazy loading per immagini e video Compressione immagini (WebP) Hosting performante e utilizzo di CDN Ottimizzazione CSS/JS con minificazione e script asincroni 3. Mancanza di ottimizzazione mobile Errore: Il sito funziona solo da desktop o ha problemi di tap, zoom e scorrimento. Soluzione: Design mobile-first Touch-friendly (bottoni grandi, margini adeguati) Test su diversi device e sistemi operativi No contenuti nascosti tra mobile e desktop 4. Pop-up aggressivi e interstitial invasivi Errore: Pop-up a tutto schermo non chiudibili, newsletter forzate, pubblicità che copre i contenuti. Soluzione: Delay intelligente (es. 30 secondi o al movimento di uscita) Facilità di chiusura Segmentazione: mostra il pop-up solo una volta per sessione 5. Call-to-action poco chiari o nascosti Errore: CTA generici come “Scopri di più” o poco visibili nella gerarchia visiva. Soluzione: Verbi d’azione specifici: “Prenota ora”, “Richiedi il preventivo” Colori contrastanti ma coerenti col brand Posizionamento above the fold e in fondo alle sezioni 6. Accessibilità ignorata Errore: Mancanza di alt text, colori non leggibili, navigazione non compatibile con screen reader. Soluzione: Contrasto minimo WCAG (4.5:1) Alt text descrittivo per ogni immagine Navigabilità con tastiera Label per tutti i campi nei form 7. Contenuti ridondanti o disorganizzati Errore: Paragrafi troppo lunghi, informazioni duplicate, mancanza di gerarchia visiva. Soluzione: Titoli H2/H3 chiari Paragrafi brevi e sezioni ben separate Bullet point e immagini di supporto Evita il “muro di testo” 8. Form troppo lunghi o non funzionanti Errore: Richiesta eccessiva di dati, captcha illeggibili, form che non inviano messaggi. Soluzione: Chiedi solo i dati essenziali Mostra lo stato di avanzamento nei form lunghi (stepper) Feedback in tempo reale (es. email valida) Conferma di invio visiva e con messaggio 9. Errori 404 non gestiti Errore: Pagina di errore generica, link interrotti, assenza di redirect. Soluzione: Crea una pagina 404 personalizzata con link utili Usa redirect 301 per pagine eliminate Monitora i link rotti con strumenti come Screaming Frog o Ahrefs 10. Mancanza di microinterazioni Errore: Bottoni senza animazione, feedback assente, tutto “piatto”. Soluzione: Hover sugli elementi cliccabili Transizioni fluide tra sezioni Feedback visivo per ogni azione (es. aggiunta al carrello, invio form) Messaggi di conferma, spinner di caricamento Conclusione: UX e SEO vanno di pari passo La user experience non è solo un aspetto estetico: è strategica. Un sito con una buona UX: Rende più felici gli utenti Aumenta il tempo di permanenza Riduce il bounce rate Migliora il posizionamento su Google Affidati a esperti in web design e user experience: analizziamo il tuo sito, identifichiamo i punti critici e proponiamo soluzioni su misura per aumentare le conversioni e la soddisfazione degli utenti. Contattaci ora per una consulenza gratuita. Facebook X LinkedIn
5 libri da leggere quest’estate se lavori nel digitale

Perché leggere fa bene (anche al tuo business) Estate, tempo di relax… ma anche di ispirazione.Che tu sia in spiaggia, in montagna o su un’amaca in giardino, c’è un modo perfetto per staccare e crescere allo stesso tempo: leggere i libri per chi lavora nel digitale. Se ti occupi di marketing, comunicazione, design o copywriting, questi 5 titoli sono veri e propri alleati. Ti aiuteranno a pensare meglio, progettare meglio, scrivere meglio.Insomma: a tornare a settembre con il cervello acceso e con le idee che brillano più dell’abbronzatura. Eccoli. Ogilvy on Advertising – David Ogilvy “Il consumatore non è stupido, è tua moglie.” Un classico che non invecchia mai, scritto da uno dei padri della pubblicità moderna. Ogilvy non ti racconta solo come si scrive un annuncio: ti spiega come si costruisce una comunicazione che funziona, partendo da dati, analisi, metodo e creatività concreta. Di cosa parla: Regole eterne per creare annunci pubblicitari persuasivi Come usare la ricerca per rafforzare i messaggi Analisi di campagne storiche (con tanto di successi e fallimenti) Critiche senza filtro alle “idee brillanti che non vendono” Perché leggerlo oggi? Anche se scritto negli anni ’80, i principi sono più validi che mai: Parla chiaro, vendi utile Sii creativo, ma senza perdere il senso pratico Perfetto per copywriter, advertiser, content strategist. Figure – Riccardo Falcinelli “Vedere è un’azione. Guardare è capire.” Un libro che è insieme saggio e viaggio visivo.Falcinelli ti guida nel mondo delle immagini che usiamo ogni giorno, spiegando come funzionano davvero, perché ci colpiscono, e cosa ci dicono anche senza volerlo. Di cosa parla: Il ruolo del design visivo nella comunicazione moderna Perché forme, colori e composizioni influenzano la percezione La storia delle immagini da Caravaggio a Instagram Unisce arte, fumetto, pubblicità, neuroscienze Perché leggerlo oggi? Ti aiuta a vedere meglio il visivo (e quindi a progettarlo meglio) Ti cambia l’approccio a ogni slide, post o immagine che crei È fondamentale per chi lavora con il visual: designer, content creator, art director La Mucca Viola – Seth Godin “Il marketing è morto. Lunga vita al marketing!” Seth Godin è un genio della semplicità efficace. Con questo libro ci insegna un concetto essenziale nel mondo sovraffollato di contenuti in cui viviamo: solo chi è diverso si fa notare. Se sei “un’altra mucca marrone”, il mercato ti ignora. Di cosa parla: Perché i messaggi pubblicitari tradizionali non bastano più Come costruire qualcosa di veramente straordinario Il valore dell’unicità del prodotto, nel branding e nel tono di voce Casi concreti e riflessioni rapide, ma taglienti Perché leggerlo oggi? Ti costringe a chiederti: “Il mio brand è memorabile?” Aiuta professionisti e aziende a posizionarsi in modo distintivo È una lettura breve ma potente: una vera scossa mentale Cromorama – Riccardo Falcinelli “Non esiste colore senza cultura.” Il colore non è solo bellezza: è storia, linguaggio, potere comunicativo. In Cromorama, Falcinelli scompone l’universo cromatico per mostrarti come e perché i colori ci parlano, influenzano le nostre decisioni, evocano emozioni. Di cosa parla: L’evoluzione culturale dei colori e dei significati associati Analisi di film, pubblicità, arte, moda, packaging Il ruolo del colore nella comunicazione moderna Collegamenti sorprendenti tra cultura pop e psicologia del colore Perché leggerlo oggi? Dopo averlo letto, non sceglierai più una palette a caso Ti offre una nuova consapevolezza su ogni scelta cromatica Essenziale per designer, visual strategist, brand manager e curiosi visivi Story or Die – Lisa Cron “Una storia ben raccontata non ti fa ascoltare. Ti fa cambiare.” Se pensi che lo storytelling sia “una moda”, ti sbagli. Questo libro ti dimostra, neuroscienze alla mano, che ogni decisione umana nasce da una narrazione interna. E che saper raccontare bene è un superpotere reale nel marketing. Di cosa parla: Le basi neuropsicologiche del perché le storie ci coinvolgono Come strutturare storie che persuadono e guidano all’azione Tecniche pratiche di storytelling applicabili a brand, comunicazione e leadership Casi reali e framework utili per costruire narrazioni potenti Perché leggerlo oggi? Lo storytelling non è un accessorio: è la strategia Fondamentale per vendere, convincere, ispirare Ti insegna a scrivere post, pitch, script e contenuti che lasciano il segno Conclusione: Se lavori nel digitale, questi non sono solo libri. Sono strumenti.Ogni pagina è un tassello in più per diventare un professionista migliore. Che tu sia in modalità “cervello OFF” o “ispirazione ON”, uno di questi libri può fare la differenza tra un’estate che passa… e un’estate che trasforma. Scegli quello che ti manca, portalo sotto l’ombrellone e torna in ufficio più forte, più lucido, più creativo. Facebook X LinkedIn
Fotografia nel marketing: L’importanza di raccontare il tuo brand con le immagini

Hai mai provato a raccontare il tuo brand senza usare nemmeno una parola? Nel mondo del marketing, una foto ben pensata può fare più di mille slogan. In occasione del World Photography Day, celebriamo la potenza delle immagini come strumento strategico per comunicare l’identità di un’azienda, differenziarsi dalla concorrenza e creare connessioni autentiche con il pubblico. Cos’è lo storytelling visivo? Lo storytelling visivo è l’arte di raccontare una storia — quella del tuo brand, dei tuoi prodotti o del tuo team — attraverso fotografie e contenuti visivi. È una tecnica di comunicazione immediata ed emotiva, capace di trasmettere valori, atmosfere e personalità in pochi istanti. Le immagini colpiscono la parte emotiva del cervello prima ancora che si possa leggere una riga di testo. In una società dove scrolliamo centinaia di contenuti al giorno, una fotografia efficace è ciò che può fermare lo sguardo e far nascere una connessione. Perché la fotografia è fondamentale per la brand identity La brand identity è fatta di logo, colori, tone of voice… ma anche e soprattutto di immagini. Foto e video sono il primo biglietto da visita online, e determinano come il tuo brand viene percepito. Una comunicazione visiva coerente, autentica e professionale: Rafforza la credibilità; Aumenta la riconoscibilità del brand; Stimola l’engagement e l’empatia; Favorisce la conversione (che sia un acquisto, un contatto o una condivisione). Foto stock o servizio fotografico personalizzato? Molte aziende si affidano a foto stock, immagini già pronte che si possono acquistare online. Sono rapide da usare e spesso anche economiche. Ma… I limiti delle foto stock: Omologazione: rischi di usare immagini identiche a quelle dei tuoi competitor. Mancanza di autenticità: mostrano volti e ambienti che non rappresentano la tua realtà. I vantaggi di un servizio fotografico su misura: Mostra il tuo team, i tuoi spazi, i tuoi prodotti reali. Trasmette trasparenza e umanità. Racconta una storia unica, la tua. Conclusione? Le immagini stock possono essere utili per illustrare concetti generici, ma se vuoi davvero raccontare chi sei, servono foto autentiche. I grandi fotografi che hanno trasformato il marketing in arte Se oggi parliamo di fotografia come linguaggio identitario dei brand, lo dobbiamo anche a quei maestri dell’obiettivo che hanno saputo fondere arte, documentazione e comunicazione pubblicitaria. Fotografi capaci di raccontare valori e visioni aziendali attraverso scatti memorabili, costruendo veri e propri immaginari visivi. Oliviero Toscani e Jesus Jeans: lo shock creativo che fa parlare. Provocatorio, rivoluzionario, imprevedibile: Oliviero Toscani è l’emblema di una fotografia pubblicitaria che rompe le regole per riscrivere il linguaggio dei brand. Celebre per le campagne shock di Benetton, Toscani ha iniziato la sua rivoluzione visiva già negli anni ’70, quando realizza per Jesus Jeans una delle pubblicità più iconiche e controverse del secolo. L’immagine: un lato B in primo piano avvolto da un paio di jeans. Il claim: “Chi mi ama mi segua. Non avrai altro jeans all’infuori di me.” Il gioco provocatorio tra religione e moda crea scalpore mediatico, spingendo persino Pier Paolo Pasolini a scrivere un editoriale sul “folle slogan”. Toscani dimostra che la pubblicità può diventare gesto artistico, sociale e politico, spingendo il brand fuori dai confini commerciali e dentro il dibattito culturale. Sebastião Salgado per Illycaffè: l’estetica della dignità Il celebre fotografo brasiliano Sebastião Salgado, noto per i suoi progetti di fotografia sociale e umanitaria, ha intrecciato la propria storia personale con quella del mondo del caffè. Dopo aver lavorato per la International Coffee Organization, Salgado decide di lasciare tutto per dedicarsi alla fotografia. Il suo incontro con Illycaffè porta alla luce una collaborazione di grande spessore artistico e umano. Nei suoi scatti, Salgado restituisce la bellezza e la dignità dei lavoratori del caffè nei Paesi produttori, in un progetto che unisce estetica e impegno documentaristico. Attraverso il bianco e nero profondo e poetico che lo contraddistingue, il fotografo racconta l’etica produttiva dell’azienda friulana, rendendo visibile ciò che spesso resta invisibile: il lavoro, le mani, i volti dietro ogni chicco di caffè. Steve McCurry per Lavazza: emozione e sostenibilità in dodici scatti Nel 2015 il leggendario fotoreporter americano Steve McCurry, reso celebre dalla storica foto della ragazza afghana pubblicata da National Geographic nel 1985, realizza per Lavazza il calendario “Earth Defenders”. Il progetto, commissionato dall’agenzia Armando Testa, celebra i coltivatori di caffè africani attraverso dodici ritratti potenti, ricchi di colore e carica emotiva. Lavazza sposa così un’immagine del brand profondamente legata alla sostenibilità e all’identità delle comunità agricole, veicolata tramite lo sguardo empatico e cinematografico di McCurry. Ogni foto è costruita con estrema cura, quasi teatrale, e non manca mai un richiamo al prodotto — una tazzina Lavazza compare discretamente in alcune inquadrature. Il risultato? Un equilibrio tra estetica pubblicitaria e racconto etico, dove il brand si fonde con la narrazione. Ferdinando Scianna per Dolce & Gabbana: la Sicilia diventa storytelling Ferdinando Scianna, maestro del fotogiornalismo e primo italiano ammesso all’agenzia Magnum Photos, è noto per la sua capacità di unire fotografia e letteratura. Nel 1987, due giovani stilisti emergenti — Domenico Dolce e Stefano Gabbana — lo chiamano per curare il catalogo della collezione. Scianna rompe ogni schema della fotografia di moda, ambientando gli scatti nei vicoli e nelle piazze di paesini siciliani, tra gente comune e atmosfere popolari. Nasce così una nuova estetica, fatta di quotidianità, identità culturale e storytelling visivo. Le immagini raccontano una Sicilia vera, sensuale e imperfetta, e allo stesso tempo elevano il brand trasformando il catalogo in narrazione visiva. Un capolavoro di comunicazione che ha ridefinito il concetto di shooting per il lusso. Come si crea uno storytelling fotografico efficace 1. Definisci obiettivi e messaggi chiave Prima di scattare, chiediti: cosa voglio comunicare? A chi? Che sia per aumentare la fiducia, vendere un prodotto o mostrare il dietro le quinte, ogni foto deve avere una funzione precisa. 2. Pianifica lo shooting Scegli location, abbigliamento, momenti da fotografare. Coinvolgi il tuo team e affidati a un fotografo professionista con cui condividere obiettivi e mood. 3. Mantieni la coerenza visiva Usa una palette di colori riconoscibile, uno stile uniforme (minimal, emozionale,
Marketing vs Comunicazione: la guida definitiva per non confonderli (e usarli al meglio)

Quante volte hai sentito dire “facciamo un po’ di marketing sui social” quando, in realtà, si stava parlando di pubblicare un post? Spoiler: marketing e comunicazione non sono la stessa cosa ! Ma senza una delle due, il tuo business cammina zoppo. In questo articolo ti portiamo dentro il dietro le quinte delle strategie vincenti, per capire cosa fanno davvero marketing e comunicazione, perché non sono sinonimi e come lavorano insieme per trasformare un brand in una vera calamita per clienti Cos’è davvero il Marketing ? Il marketing è la scienza del capire le persone e dare loro esattamente ciò di cui hanno bisogno… prima ancora che lo chiedano. Non è solo pubblicità, non è solo vendita: è strategia pura, il GPS che guida ogni decisione aziendale. I grandi Brand aggiornano costantemente il loro logo! Le mosse vincenti del marketing Analisi di mercato: capire il tuo pubblico, le loro esigenze e cosa offre la concorrenza. Definizione dell’offerta: creare prodotti o servizi che risolvono problemi reali, non solo “belli da vedere”. Prezzo strategico: trovare il punto perfetto tra valore percepito e competitività. Distribuzione: essere presenti nei canali giusti, al momento giusto. Promozione: sì, qui entra in gioco anche la comunicazione, ma solo come parte di un piano più grande. In breve: il marketing è il cervello che studia, pianifica e decide come posizionare il tuo brand sul mercato. La Comunicazione: la voce del tuo brand Se il marketing è la mente, la comunicazione è la voce che racconta chi sei. È il modo in cui il tuo brand parla, conquista fiducia, trasmette emozioni e si fa ricordare. Le armi della comunicazione Brand awareness: far sapere che esisti (e lasciare il segno). Promozione: trasformare la strategia in campagne, contenuti, annunci. Relazione: creare un dialogo reale con il pubblico, non un monologo di vendita. Reputazione: costruire un’immagine positiva e gestire ciò che le persone pensano di te (anche online). In breve: la comunicazione è il cuore che batte e fa arrivare il tuo messaggio. Marketing vs Comunicazione: le differenze spiegate facile Aspetto Marketing Comunicazione Obiettivo Capire il mercato e vendere con strategia Trasmettere messaggi che emozionano e convincono Ambito Analisi, prodotto, prezzo, distribuzione Pubblicità, PR, social media, contenuti Ruolo Pianificazione e visione a lungo termine Esecuzione e storytelling del brand Trucco da pro: la comunicazione senza strategia è rumore di fondo, il marketing senza comunicazione è un piano che resta chiuso in un cassetto. Come si potenziano a vicenda Marketing e comunicazione sono come una coppia perfetta: uno senza l’altro non funziona. Il marketing costruisce le basi (target, posizionamento, strategia). La comunicazione prende quelle basi e le porta al pubblico nel modo più efficace, emozionante e memorabile possibile. Risultato? Non solo vendi, ma crei connessioni autentiche, clienti che ritornano e un brand che vale di più nel tempo.Un logo efficace deve avere carattere e unicità. Anche un piccolo segno distintivo, una scelta cromatica coraggiosa o un font originale possono fare la differenza. Il rebranding serve proprio a questo: a rendere il tuo logo riconoscibile e coerente con la tua identità. Conclusione La differenza tra marketing e comunicazione è semplice: il marketing pensa, pianifica e traccia la rotta, la comunicazione parla, coinvolge e porta il messaggio a destinazione. Smetti di pensare a marketing e comunicazione come sinonimi e inizia a vederli come due forze alleate, due superpoteri complementari. Capire entrambi (e farli lavorare insieme) è la vera chiave per un business che cresce e conquista, senza improvvisazioni. Se vuoi far crescere il tuo brand, non basta farsi sentire: serve farsi capire, ricordare e scegliere. E questo accade solo quando strategia e messaggio vanno a braccetto. Contattaci per una consulenza gratuita, ti aiutiamo a far crescere il tuo brand! Facebook X LinkedIn
Rebranding del logo: 6 segnali per capire se è il momento giusto

Il tuo logo rappresenta davvero la tua azienda? Oppure è arrivato il momento di fare rebranding del logo?Scopriamolo insieme con un semplice test, utile per capire se la tua immagine aziendale sta funzionando davvero. Perché il rebranding parte (quasi sempre) dal logo Il logo è la prima cosa che si nota di un brand. È la tua firma visiva, il tuo biglietto da visita istantaneo. Ma cosa vuoi trasmettere? Vuoi dare un’idea di professionalità? Vuoi apparire istituzionale, creativo, tecnologico, artigianale o magari giocoso?Qualunque sia la tua risposta, il tuo logo deve comunicarlo in modo chiaro e coerente. Un logo efficace parla il linguaggio del tuo pubblico e rafforza il posizionamento del tuo bran I grandi Brand aggiornano costantemente il loro logo! 1. Fai rebranding se… il tuo logo è amatoriale Magari lo hai creato da solo anni fa, e ne sei anche fiero. Ma è stato realizzato con strumenti base, in bassa risoluzione, magari in formato JPG, senza versioni vettoriali o varianti colore. Un logo così è difficile da usare in contesti professionali, non è scalabile e spesso non ha una coerenza grafica. In questo caso, un rebranding può trasformare quell’idea iniziale in un logo davvero professionale, sfruttandone appieno il potenziale. 2. Fai rebranding se… il tuo logo è vecchio Anche un logo ben progettato può invecchiare. Font, palette colori e stili cambiano con il tempo, e ciò che una volta appariva moderno oggi può sembrare superato. Non serve per forza cambiare tutto: a volte basta una revisione della palette cromatica, una nuova tipografia o una migliore proporzione tra gli elementi per ridare al logo un aspetto più attuale. Un piccolo rebranding può fare miracoli nel svecchiare la tua identità visiva mantenendo la riconoscibilità. 3. Fai rebranding se… il tuo logo è troppo elaborato Un logo troppo complesso rischia di diventare confuso e poco memorabile. Troppi elementi, decorazioni, ombre o simboli rendono difficile la lettura e l’adattabilità. Un buon logo è semplice, diretto, funzionale. Deve funzionare in piccolo e in grande, in bianco e nero, su sfondi chiari e scuri. Se il tuo logo è un minestrone grafico, probabilmente è il momento di alleggerirlo e semplificarlo per farlo funzionare meglio. 4. Fai rebranding se… il tuo logo è poco versatile La versatilità è oggi una delle caratteristiche fondamentali. Un logo che funziona solo in un contesto, o che perde efficacia sui social, in stampa o in formato verticale, non è più sostenibile. Questo problema è spesso legato a una progettazione iniziale non strategica: il logo non è scalabile, non ha versioni alternative (orizzontale, verticale, solo icona), non è leggibile da mobile, oppure ha colori che “spariscono” su certi sfondi. Un rebranding risolve tutto questo, adattando il logo agli attuali standard visivi digitali e fisici. 5. Fai rebranding se… il tuo logo è anonimo Il tuo logo può essere ben fatto, pulito, moderno… ma completamente impersonale. Questo accade quando si scelgono soluzioni troppo generiche, o si seguono le tendenze senza personalizzazione. Il risultato? Mille loghi tutti uguali. Un logo efficace deve avere carattere e unicità. Anche un piccolo segno distintivo, una scelta cromatica coraggiosa o un font originale possono fare la differenza. Il rebranding serve proprio a questo: a rendere il tuo logo riconoscibile e coerente con la tua identità. 6.Fai rebranding se… il tuo logo non ti rappresenta più Anche se il tuo logo è ben progettato, potresti aver cambiato business, target o posizionamento. In quel caso, il logo non parla più la lingua giusta. I colori, le forme e i font comunicano emozioni, valori, stili. Se non sono coerenti con quello che sei oggi, rischi di mandare il messaggio sbagliato al tuo pubblico. Il rebranding non è solo estetica, è strategia. Serve per riallineare il visual con l’identità reale della tua azienda. Nessun problema? Ottimo! Ma se hai dei dubbi… Un logo troppo complesso rischia di diventare confuso e poco memorabile. Troppi elementi, decorazioni, ombre o simboli rendono difficile la lettura e l’adattabilità. Un buon logo è semplice, diretto, funzionale. Deve funzionare in piccolo e in grande, in bianco e nero, su sfondi chiari e scuri. Se il tuo logo è un minestrone grafico, probabilmente è il momento di alleggerirlo e semplificarlo per farlo funzionare meglio. Il rebranding non è una scelta estetica. È una scelta strategica Fare rebranding del logo significa rafforzare la tua identità aziendale e costruire una comunicazione visiva più efficace. Non si tratta di cambiare per moda, ma di evolvere per essere più competitivi. Un buon logo: Rende riconoscibile il tuo brand. Comunica in modo chiaro chi sei. Apre la strada a una strategia di marketing solida e coerente. Ti aiutiamo a fare rebranding, partendo dal tuo logo Siamo esperti di graphic design e branding strategico. Possiamo aiutarti a: Analizzare il tuo logo attuale. Progettare un logo nuovo o un restyling. Creare una brand identity coerente e moderna. Contattaci per una consulenza gratuita e scopri come il rebranding del tuo logo può far crescere davvero la tua azienda. Facebook X LinkedIn