Il caso Louvre: una lezione sulla cybersecurity che ogni azienda dovrebbe imparare

La cybersecurity o sicurezza informatica non è solo una questione di software, ma di cultura. Lo dimostra il recente episodio del Louvre, dove un banale errore nella gestione delle password ha aperto la strada a un attacco che ha messo in imbarazzo una delle istituzioni più famose del mondo. Un caso simbolico che ricorda a tutte le organizzazioni — pubbliche e private — quanto anche le realtà più solide possano diventare vulnerabili se trascurano le basi della cybersecurity: protezione delle credenziali, aggiornamento dei sistemi, formazione del personale. In un contesto dove la sicurezza digitale è sempre più parte della strategia d’impresa, noi di Pixsmart Digital Agency, in partnership con Digital Engineering, offriamo ai nostri clienti un approccio integrato che unisce comunicazione strategica e competenza tecnica avanzata. Perché un brand credibile oggi deve essere visibile, efficace e sicuro. Cosa è successo al Louvre Ad Ottobre 2025, il Museo del Louvre è stato protagonista di un attacco informatico che ha svelato gravi falle nella gestione delle sue infrastrutture digitali.Secondo fonti come Red Hot Cyber, Reuters e The Deeping, la password di accesso al sistema di videosorveglianza era semplicemente… “Louvre”. Un dettaglio apparentemente banale, ma sufficiente a consentire agli hacker di accedere all’intero sistema di monitoraggio interno. La vulnerabilità non era solo tecnica, ma organizzativa: mancanza di governance, protocolli non aggiornati e scarsa consapevolezza del rischio. Il caso ha acceso i riflettori su una verità scomoda: la debolezza delle credenziali e la mancata integrazione tra sicurezza fisica e digitale sono ancora tra le cause principali delle violazioni aziendali. Le vulnerabilità emerse Password deboli e governance delle credenziali Come riportato da Red Hot Cyber, l’uso di password semplici e condivise è una delle principali vulnerabilità nelle reti aziendali.In molte organizzazioni le credenziali non vengono aggiornate per anni o sono note a troppi utenti. Le aziende dovrebbero implementare: policy di rotazione periodica delle password, autenticazione a due fattori (MFA), gestione centralizzata delle credenziali con password manager professionali. Il dialogo tra sicurezza fisica e digitale Il caso Louvre ha mostrato che non esiste sicurezza a compartimenti stagni.Telecamere, sensori, accessi fisici e reti informatiche fanno parte di un unico ecosistema.Ogni dispositivo connesso rappresenta un potenziale punto d’ingresso per un attacco. Serve una strategia integrata di cybersecurity che metta in comunicazione la parte IT e quella operativa. Il vero pericolo: sottovalutare il rischio Secondo Reuters, l’errore più grave è stata la mancata percezione del rischio. Quando un’organizzazione pensa “non succederà mai a noi”, smette di aggiornare procedure, sistemi e password.La sicurezza informatica non è una spesa: è un investimento sulla reputazione, sulla fiducia dei clienti e sulla continuità operativa. 5 azioni concrete per rafforzare la sicurezza aziendale Dal caso del Louvre possiamo ricavare 5 azioni concrete per migliorare la sicurezza informatica aziendale: Crea policy di credenziali robustePassword complesse, aggiornate e uniche per ogni servizio.Evita parole comuni o riferimenti aziendali. Attiva l’autenticazione a più fattori (MFA)Anche se una password viene violata, il secondo livello di sicurezza blocca l’accesso. Forma il personale sulla sicurezza informaticaLa maggior parte degli attacchi parte da un errore umano.Corsi brevi, simulazioni e linee guida interne riducono i rischi in modo concreto. Effettua audit e test di penetrazione periodiciSimula attacchi controllati e verifica la resistenza dei tuoi sistemi prima che lo facciano gli hacker. Integra sicurezza fisica e digitaleTelecamere, server, cloud e dispositivi IoT devono rispondere a una strategia comune.Ogni punto di accesso deve avere protocolli di sicurezza informatica chiari e aggiornati. Definisci ruoli e responsabilità ITOgni azienda deve sapere chi è responsabile della sicurezza e come reagire in caso di incidente. Cosa insegna il caso Louvre alle aziende Il caso Louvre ci ricorda che la sicurezza informatica è prima di tutto una questione di cultura e organizzazione.Una password debole o una policy dimenticata possono causare danni economici e reputazionali enormi.Le aziende che vogliono evitare situazioni simili devono investire in prevenzione, formazione e governance.Solo così potranno costruire una presenza digitale solida, credibile e sicura. Conclusione: dalla lezione del Louvre alla cultura della sicurezza In un mondo digitale sempre più interconnesso, Pixsmart Digital Agency affianca imprese e istituzioni nello sviluppo di strategie digitali sicure e sostenibili. Grazie alla partnership con Digital Engineering, azienda specializzata nello sviluppo di software, app e sistemi complessi, possiamo offrire servizi avanzati di cybersecurity, combinando visione strategica e know-how tecnico. Facebook X LinkedIn
Abbinamenti Font: Guida Completa di Pixsmart per Scelte Tipografiche Perfette

Nella comunicazione grafica, la scelta e gli abbinamenti font sono elementi fondamentali: non solo per l’estetica, ma anche per la leggibilità, la percezione del brand e la coerenza visiva. In qualità di agenzia, da Pixsmart vogliamo offrirti una guida completa sugli abbinamenti font, per aiutarti a combinare i caratteri tipografici in modo efficace, chiaro e professionale. L’obiettivo è rendere ogni progetto – logo, sito web, brochure o contenuto social – armonioso e coerente. Insieme ripercorreremo i principi fondamentali, i consigli “base” e quelli “avanzati” per portare la tua tipografia al livello successivo, traducendo in pratica ciò che molti designer applicano. Abbinamenti font: il segreto per una tipografia efficace e coerente Un buon abbinamento migliora la leggibilità e la user experience. Rafforza l’identità visiva del brand: font in linea con il tono del messaggio. Evita “rumore visivo” (confusione, disordine tipografico) che può indebolire il messaggio. Permette di creare gerarchie visive chiare, aiutando l’utente a orientarsi nel contenuto. Con questi obiettivi in mente, ecco i nostri consigli Pixsmart per abbinare i font con successo. 7 consigli base per abbinare i font Ecco i principi fondamentali che applichiamo anche nei progetti Pixsmart. 1. Combina un serif e un sans-serif Una delle combinazioni più sicure e più efficaci: monta un font serif (con grazie) con uno sans-serif (senza grazie). Perché funziona: Il sans-serif solitamente è più leggibile nei titoli, nei layout digitali, negli elementi grafici grandi. Il serif, spesso, dà più “peso”, eleganza e leggibilità nei testi più lunghi. Indicazione Pixsmart: Se stai realizzando un sito o una brochure e vuoi un effetto professionale e pulito, scegli per esempio un sans per il titolo/heading e un serif per il corpo del testo. Mantieni però coerenza nel tone of voice. 2. Crea una gerarchia visiva tra i font Quando scegli i font, decidi subito i ruoli: titolo principale, sottotitolo, corpo testo, didascalie.Perché: Aiuta l’utente a capire cosa leggere per primo, cosa è secondario, cos’è supporto.Suggerimento Pixsmart: Usa per i titoli un font più “impatto” (peso maggiore, dimensione maggiore). Per il corpo testo privilegia leggibilità, spaziatura adeguata. Per elementi di supporto (caption, didascalie) scegli varianti più sottili o più leggere, magari dello stesso font o famiglia. 3. Usa font della stessa famiglia Un altro buon approccio: scegliere una famiglia tipografica ricca di varianti (peso, larghezze, stili) e utilizzarne più elementi.Vantaggi: Coerenza visiva garantita, perché tutti i glifi e proporzioni sono affini. Facilita la gerarchia attraverso i pesi (“regular”, “bold”, “light”, “black”).Quando usarla: Progetti in cui vuoi un look “monomarca”, minimale, senza “coppie” di font distinte. 4. Evita di usare font troppo simili Se scegli due font che sono molto simili tra loro (es: due sans-serif praticamente identici ma leggermente diversi), rischi confusione o un effetto “quasi uguale ma non” che dà fastidio. Pixsmart tip: Se vuoi due font distinti, assicurati che abbiano differenze nette (peso, larghezza, stile, categoria) in modo che uno “parli” per i titoli e l’altro per il testo. 5. Non creare conflitto visivo Font troppo diversi tra loro (per stile, epoca, larghezza, altezza dell’occhio) rischiano di litigare visivamente. L’obiettivo è il contrasto utile, non lo scontro.Esempio negativo: una combinazione troppo estrema può essere irritante o dispersiva. Pixsmart consiglia: Quando sperimenti abbinamenti, osserva da vicino: grandezza, spaziatura, “umore” tipografico. Se non funziona, semplifica. 6. Limita il numero di font scelti Meglio poche famiglie ben selezionate che tante scaricate “a caso”. Troppe tipografie in un progetto generano disordine.Linea guida Pixsmart: Quasi sempre bastano uno o due font principali + eventuali varianti (peso, stile). Evitare più di due famiglie distinte salvo casi particolari (magazine, brand complessi). 7. Crea contrasto Quando abbini font, il contrasto – non solo cromatico ma tipografico – è una leva potente: peso, stile, larghezza, altezza e proporzioni.Cosa controllare: Differenza tra titolo e corpo (es: titolo bold, corpo regular o light). Altezza dell’occhio, larghezza del glifo, spaziatura. Consiglio Pixsmart: Un buon abbinamento si “legge” bene anche in anteprima senza ingrandire: se i titoli risaltano rispetto al corpo e il corpo è leggibile, sei a buon punto. Consigli per abbinare i font Ovvero: quando vuoi andare oltre il “buono”, e curare i dettagli tipografici con stile. Sfrutta gli “umori” dei font Ogni font ha una personalità: vintage, moderna, tecnica, organica… Quindi quando abbini, valuta che gli “umori” siano allineati al messaggio del brand Pixsmart suggerisce: Prima di scegliere font, chiediti: che sensazione voglio trasmettere?Se è eleganza classica → serif ben calibrato; se è innovazione digitale → sans-serif pulito. Poi abbina un secondo font che non contrasti l’umore. Sfrutta i colori L’abbinamento tipografico non è solo forma: il colore del font e la sua applicazione grafica influenzano percezione e leggibilità.Consiglio Pixsmart: Valuta contrasto colore-sfondo. Assicurati che la combinazione tipografia + colore funzioni in contesti digitali e stampa. Un font chiaro su sfondo scuro può richiedere pesi diversi o tracking diverso. Fai pratica! Come in ogni disciplina grafica: più sperimenti, più affini il gusto e le sensibilità tipografiche.Pixsmart consiglia: Dedica tempo all’esplorazione delle famiglie di font. Prova abbinamenti su mock-up reali: sito, brochure, social. Confronta con lavori “di riferimento” e chiedi feedback. Checklist rapida Pixsmart per l’abbinamento font 1. Gerarchia visiva ben definitaTitoli, sottotitoli e corpo testo seguono una struttura chiara e coerente. 2. Scelta consapevole delle famiglie tipograficheUtilizzo di 1–2 famiglie di font principali, con ruoli distinti (es. display vs. testo). 3. Differenziazione evidente tra i fontLe famiglie selezionate si distinguono per stile e funzione, evitando ridondanze. 4. Armonia e contrasto bilanciatiI font non sono né troppo simili né eccessivamente discordanti: il contrasto visivo (peso, dimensione, spaziatura, stile) è ben calibrato. 5. Coerenza con l’identità del brand Il tono tipografico (moderno, classico, giocoso, tecnico, istituzionale…) riflette l’umore e i valori del marchio. 6. Validazione cromatica e contestualeIl colore dei caratteri, lo sfondo e il supporto (digitale o stampa) garantiscono leggibilità e impatto visivo. 7. Test di leggibilità multi-dispositivo Verifica dell’aspetto e della leggibilità su schermi diversi, formati responsive e stampa.. 8. Documentazione chiara nelle linee guidaOgni combinazione tipografica è descritta e contestualizzata nel manuale d’uso del brand, con esempi pratici d’uso. 9. Revisione
Neuromarketing e Fast Food: Come Ti Fanno Comprare Quello che Vogliono Loro

Cos’è il Neuromarketing e Perché è Così Potente Il neuromarketing è l’unione tra neuroscienze e marketing: studia come il cervello umano reagisce a stimoli visivi, sonori, olfattivi ed emotivi. Le grandi aziende – in particolare i fast food – lo utilizzano per influenzare le decisioni d’acquisto e guidare il comportamento del consumatore, spesso in modo del tutto inconscio. Il principio è semplice: il cervello decide prima della mente razionale. Attraverso colori, profumi, suoni e disposizioni studiate, il fast food orienta le scelte del cliente verso ciò che genera più profitto per l’azienda. Il Potere del Rosso e del Giallo Non è un caso che quasi tutte le catene di fast food , da McDonald’s a Burger King , usino rosso e giallo nei loro loghi e nei locali. Il rosso stimola l’appetito e la fretta, mentre il giallo evoca felicità e convivialità. Insieme creano un mix visivo che attiva il cervello limbico, spingendo a mangiare in modo impulsivo e a consumare velocemente. Il Marketing Sensoriale Molti fast food diffondono musiche dal ritmo veloce per favorire un ricambio rapido dei clienti. Allo stesso tempo, profumi artificiali di pane caldo o patatine fritte vengono diffusi strategicamente nell’ambiente per stimolare il desiderio di cibo, anche se non hai davvero fame. Questo è il cuore del marketing sensoriale, una branca del neuromarketing che lavora sull’esperienza complessiva del cliente. L’Arte della Scelta Pilotata Il posizionamento dei prodotti nel menù non è casuale: Le combinazioni “menu completo” (panino + patatine + bibita) sono evidenziate per sembrare più convenienti. I prodotti più redditizi si trovano in alto a destra, dove l’occhio cade naturalmente. Le immagini ad alta definizione e la descrizione “succosa” creano un effetto di priming visivo, portandoti a ordinare d’impulso. Ti guidano anche online Non solo nei ristoranti fisici: anche le app e i siti web dei fast food applicano strategie di neuromarketing. Pulsanti rossi, immagini appetitose e offerte a tempo limitato (“solo per oggi”) attivano i meccanismi di urgenza e ricompensa. Il risultato? Più ordini, più spesso Cosa Possiamo Imparare come Agenzia di Comunicazione? Per un’agenzia di comunicazione, il caso del neuromarketing applicato ai fast food è una lezione di efficacia: Conoscere la psicologia del consumatore permette di costruire messaggi più empatici. Progettare esperienze multisensoriali crea un legame più profondo con il brand. L’etica del marketing diventa cruciale: influenzare non significa manipolare, ma comprendere i bisogni reali delle persone. Conclusione Il neuromarketing nei fast food mostra come ogni dettaglio, dal colore del logo alla disposizione del menù, possa influenzare le nostre decisioni senza che ce ne accorgiamo. Per chi lavora nella comunicazione, è un promemoria potente: capire il cervello umano è la chiave per comunicare meglio. Se hai bisogno di una consulenza, il team di Pixsmart Digital Agency può aiutarti a trovare il pacchetto su misura per te. Contattaci. Facebook X LinkedIn
Payoff o Claim? Ecco la differenza e come sceglierli per il tuo Brand

Nel mondo della comunicazione aziendale, due parole vengono spesso confuse: claim e payoff.Entrambi hanno a che fare con il modo in cui un brand parla di sé, ma non sono la stessa cosa. Capire la differenza è fondamentale per costruire una brand identity coerente e riconoscibile, e per evitare errori che possono indebolire la percezione del tuo marchio. In questo articolo vedremo in modo chiaro cosa significa claim, cosa significa payoff e come scegliere quello giusto per la tua strategia di marketing. Cos’è un Claim Il claim è una frase temporanea, legata a una campagna o a un prodotto specifico. Ha l’obiettivo di attirare l’attenzione, comunicare un beneficio e spingere all’azione. Ecco qualche esempio rappresentativo: “Just do it” – (Nike, in origine come claim motivazionale) “Perché tu vali” – (L’Oréal) “Impossible is nothing” – (Adidas) Come capire se il tuo è un buon claim: È breve e diretto Comunica un’emozione o un beneficio È facilmente memorizzabile Si adatta al tono di voce del brand Il claim è la voce del tuo brand in un momento preciso, pensato per lasciare il segno in una campagna o in un lancio. Cos’è un Payoff Il payoff è una frase stabile, che accompagna il logo e racchiude la promessa del brand. È parte integrante dell’identità aziendale e rimane invariato nel tempo. Ecco qualche esempio rappresentativo: “Think different” – Apple “Red Bull ti mette le ali” – Red Bull “Connecting people” – Nokia Come capire se il tuo è un buon payoff: Riassume la vision e la mission del brand È coerente con il tono di voce aziendale Rafforza la riconoscibilità nel tempo Accompagna il logo su ogni materiale di comunicazione Il payoff è la firma del brand, una promessa duratura che racconta chi sei e perché esisti. Come scegliere e creare il messaggio giusto Analizza la tua identità di marca: Prima di scrivere qualsiasi frase, definisci valori, mission e tono di voce. Scegli un payoff stabile: Deve durare nel tempo e funzionare anche fuori dal contesto pubblicitario. Crea claim di supporto:Ogni campagna può avere il suo, purché resti coerente con il payoff. Testa l’efficacia: Un buon messaggio deve emozionare, ma anche essere compreso e ricordato. Affidati a professionisti: Un copy strategico non nasce per caso: nasce da analisi, branding e creatività. Conclusione Un brand che comunica bene diventa riconoscibile e memorabile. Il claim cattura l’attenzione, il payoff la consolida nel tempo. Insieme, formano la base di una comunicazione coerente, efficace e vincente. Se vuoi costruire un messaggio distintivo per il tuo brand, il team di Pixsmart Digital Agency può aiutarti a trovare il tono di voce perfetto e definire la tua identità di marca con strategie di branding e copywriting su misura. Contattaci oggi stesso. Facebook X LinkedIn
App per guida turistica: come promuovere il tuo Comune con un’esperienza immersiva

Un’app per guida turistica può fare la differenza per ogni Comune che vuole promuovere il proprio territorio. Con tecnologie all’avanguardia, abbiamo sviluppato una soluzione pensata per offrire ai visitatori un’esperienza immersiva, informativa e accessibile da smartphone e tablet. Grazie a immagini a 360º, video in 4K e descrizioni testuali dettagliate, il turista potrà esplorare virtualmente borghi, città d’arte, parchi naturali e siti storici, sentendosi davvero parte del luogo. Mappe GPS e interattive anche offline La nostra app per guida turistica include una mappa GPS interattiva che evidenzia i punti di interesse del territorio. Ogni pin è cliccabile e collega a contenuti multimediali: video, immagini e testi. In assenza di connessione ottimale, è possibile seguire percorsi già strutturati, grazie a mappe interattive evitando l’uso del gps e link diretti per ogni tappa dell’itinerario. Grazie a immagini a 360º, video in 4K e descrizioni testuali dettagliate, il turista potrà esplorare virtualmente borghi, città d’arte, parchi naturali e siti storici, sentendosi davvero parte del luogo. Punti di interesse valorizzati in modo innovativo Ogni luogo verrà raccontato in modo moderno e coinvolgente. L’app per guida turistica include testi descrittivi, itinerari personalizzati, info su fauna e flora locale, e contenuti multilingua (italiano e inglese). Le architetture simbolo del Comune saranno valorizzate con una comunicazione dinamica, utile anche a fini promozionali e turistici. Immagini e video a 360º per un’esperienza immersiva Abbiamo curato ogni contenuto con una squadra di esperti: videomaker, dronisti e fotografi specializzati in VR. I video, realizzati in Full HD, raccontano opere d’arte, architetture e curiosità locali, mentre le immagini a 360º permettono una visita virtuale immersiva e realistica. Realtà aumentata per scoprire i dettagli nascosti Attraverso la realtà aumentata, i turisti potranno scoprire aneddoti, dettagli architettonici e curiosità semplicemente inquadrando un monumento. L’app riconosce la posizione e propone contenuti interattivi personalizzati per ogni punto di interesse. Supporto multilingua come standard I contenuti dell’app per guida turistica non saranno solo italiani: ogni testo, audio, video e descrizione potrà essere reso multilingua (italiano, inglese e altre lingue a scelta). Così ogni turista, nazionale o internazionale, potrà usufruire dell’esperienza nella propria lingua, migliorando l’accessibilità e l’efficacia della comunicazione. Un’app semplice da usare e da gestire Il progetto prevede lo sviluppo tramite CMS (Content Management System), così da rendere semplice l’inserimento di nuovi contenuti da parte dell’ente committente. L’app è compatibile con dispositivi iOS e Android ed è scaricabile da tutti gli store ufficiali. Contenuti personalizzati e localizzati Ogni contenuto viene approvato in collaborazione con l’ente locale e realizzato da professionisti della comunicazione. I testi saranno autentici, coinvolgenti e coerenti con il tono culturale e turistico del territorio. Vuoi valorizzare il tuo Comune? Un’app per guida turistica è la soluzione ideale per attrarre turisti e far vivere un’esperienza memorabile.Pixsmart Web Agency Roma è il partner ideale per trasformare il tuo Comune in una destinazione digitale all’avanguardia. Contattaci oggi stesso per scoprire come possiamo realizzare il tuo progetto personalizzato. Facebook X LinkedIn
Il valore nascosto del Project Management: perché il coordinamento è la chiave del successo dei progetti

Nel delicato mondo delle relazioni professionali, soprattutto in ambiti regolati da codici formali come quello diplomatico, la chiarezza dei ruoli e il rispetto delle funzioni rappresentano un fondamento imprescindibile. In ogni collaborazione professionale che coinvolga più figure e responsabilità, il project management è molto più che una formalità operativa: è il pilastro invisibile che regge la qualità, la chiarezza e la tenuta del rapporto tra cliente e fornitore. È proprio in questo contesto che si è sviluppata la collaborazione tra Pixsmart, agenzia digitale romana attiva nella comunicazione integrata e nella gestione progettuale, e una realtà che offre consulenza e servizi a ambasciate, organizzazioni internazionali e rappresentanze ufficiali. Contesto della collaborazione: Project Management come garanzia di ordine Nel lavoro su progetti complessi, spesso si pensa che “meno passaggi” significhi “più efficienza”. Ma qui si annida uno dei fallimenti più comuni del project management: l’illusione che la velocità possa sostituire il coordinamento. Pixsmart ha adottato un modello basato su: mediazione strategica attraverso il Project Manager, calendarizzazione realistica dei task, protezione delle risorse operative per garantire qualità e non solo esecuzione. All’avvio, la comunicazione era ordinata e tracciabile: ogni richiesta veniva filtrata, calendarizzata e gestita in base alle risorse disponibili. Un flusso sostenibile, elastico ma strutturato. Evoluzione delle richieste: quando si sottovaluta il Project Manager Dopo alcune settimane, la cliente – spinta dall’urgenza di ottenere risposte rapide – ha chiesto di bypassare la figura del Project Manager, comunicando direttamente con le risorse operative. Pixsmart ha inizialmente ribadito l’importanza del filtro gestionale, ma per evitare frizioni ha temporaneamente accettato il contatto diretto. Il risultato? Comunicazione più veloce ma disordinata, con micro-task infiniti, revisioni continue e calo della produttività. Criticità e fallimenti del Project Management senza coordinamento L’esclusione della PM ha portato a: sovrapposizioni nelle attività, revisioni ripetute, aumento dei tempi di lavorazione reali, tensioni crescenti tra cliente e team operativo. Senza una regia, il workflow è diventato reattivo anziché strategico. La pressione è aumentata, ma non la produttività. Risoluzione: il ritorno alla regia e la strategia win-to-win Dopo settimane di tensioni, Pixsmart ha ripreso in mano la gestione attraverso: strumenti collaborativi, tecniche di co-creazione, processi iterativi di revisione. Il ritorno del Project Manager ha ristabilito ordine, chiarezza e consegne puntuali. La cliente ha riconosciuto il valore del metodo, trasformando un conflitto in un esempio autentico di strategia win-to-win. La lezione imparata: il Project Manager come direttore d’orchestra Spesso ci si accorge dell’importanza di una figura solo quando viene a mancare. Il Project Manager è il direttore d’orchestra che armonizza ruoli, filtra senza bloccare e protegge senza isolare. “La velocità è nulla senza direzione. Un bravo Project Manager non rallenta i progetti: li guida, li protegge, li porta a destinazione.” In un mondo dove tutto sembra dover essere “subito”, la vera efficienza nasce dall’organizzazione, non dalla rincorsa. Conclusioni Se nella tua realtà ti sei trovato tra urgenze, revisioni infinite o comunicazioni caotiche, il problema non è “chi lavora troppo”, ma chi coordina troppo poco. Pixsmart ti invita a riscoprire il valore del metodo, dell’equilibrio e della progettazione condivisa.Contatta Pixsmart per trasformare il tuo prossimo progetto in un caso di eccellenza operativa e comunicativa. Facebook X LinkedIn
Style Guide Animazione: il progetto per GO GO Around Italy premiata dal MOIGE

Uno dei progetti più stimolanti e creativi che abbiamo recentemente realizzato è stata la style guide animazione stampata per la serie animata “GO GO Around Italy”, in onda su Rai Yoyo e disponibile anche su RaiPlay. La serie, destinata a bambini tra i 4 e i 9 anni, è stata insignita del Premio MOIGE – Un anno di zapping e di streaming 2023/2024, nella categoria “Programmi per Bambini”, durante una cerimonia tenutasi il 21 giugno 2024 presso la Camera dei Deputati. Il premio, conferito dal Movimento Italiano Genitori, riconosce i contenuti TV e streaming più meritevoli per il pubblico giovane e familiare. L’obiettivo del progetto Il nostro compito era ambizioso: realizzare una style guide stampata che fosse tecnicamente impeccabile, ma anche fedelissima ai colori originali visti su schermo, superando le sfide legate alla traduzione da RGB (monitor) a CMYK (stampa). Il progetto ci è stato affidato dal team produttivo, in particolare da Donatella Altieri (Intergea) e dal regista e autore Francesco Colombo, che si sono rivolti a noi dopo precedenti tentativi non soddisfacenti con altre agenzie. La serie animata: un viaggio tra arte, natura e cultura italiana GO GO Around Italy è una serie educativa e d’avventura che segue i cuginetti Cipo e Mia e il simpatico alieno Zet, atterrato in Italia per scoprire la formula segreta che rende il nostro Paese così ricco di bellezza artistica e paesaggistica. A bordo della Nuvola Volante, i protagonisti visitano borghi, città d’arte, parchi naturali e siti UNESCO, offrendo ai piccoli spettatori un racconto visivo e narrativo coinvolgente, volto a stimolare la curiosità, la conoscenza del territorio e il senso di appartenenza culturale. Lo stile visivo della serie mescola riprese fotografiche e video reali con animazione 2D, creando un’esperienza immersiva tra i paesaggi più suggestivi dell’Italia. Cos’è una style guide animazione e perché è fondamentale La style guide è un documento tecnico-creativo che definisce tutte le regole visive, grafiche e narrative per garantire uniformità, riconoscibilità e protezione del brand in ogni declinazione futura: merchandising, promozione, licenze, eventi. In questo caso, la style guide animazione è stata progettata per essere utilizzata da team di creativi esterni che svilupperanno materiali promozionali, prodotti e gadget ufficiali della serie. Contenuti della style guide animazione di gogo around italy Abbiamo strutturato la guida con un layout editoriale chiaro e ordinato, seguendo le seguenti sezioni: Identità del progetto Sinossi della serie Logo ufficiale con tipografia e palette colori Character Art Schede tecniche dei personaggi Turnaround (vista frontale, laterale e posteriore) Espressioni facciali e pose Proporzioni, silhouette e outline Scala comparativa tra i personaggi Codici Pantone per ogni elemento (ottenuti tramite calibrazione del monitor con colorimetro professionale e confronto diretto con mazzette Pantone fisiche) Character Art della nuvola volante Ambienti e oggetti: Background degli interni della Nuvola Volante Background fotografici reali PROPS: Oggetti ricorrenti e caratteristici Elementi grafici creativi Pattern originali Bordature decorative Card Mockup applicativi (cover cellulari, cuscini, puzzle, zaini e valigie, t-shirt ed indumenti vari, quaderni e cartolleria, gadget) Attenzione al colore: una sfida chiave nella style guide animazione Uno degli aspetti più delicati è stata la fedeltà cromatica tra monitor e stampa. Come noto, i monitor utilizzano la modalità RGB, mentre la stampa offset o digitale richiede conversione in CMYK. Molti colori brillanti visibili a schermo non esistono nella gamma CMYK, e ciò rende necessario un lavoro accurato di adattamento. Abbiamo quindi calibrato i monitor con strumenti professionali, effettuato proof di stampa, e confrontato ogni colore con codici Pantone ufficiali per assicurare una resa il più possibile vicina all’originale. Produzione e finitura La guida è stata stampata nel formato A4 orizzontale, con copertina rigida in cartone, rilegatura ad anelli e pagine plastificate con finitura lucida, per valorizzare i colori e garantire durata nel tempo. La produzione è stata curata in collaborazione con la nostra tipografia di fiducia, che ci ha supportati in diverse prove colore fino al risultato finale. Il risultato finale Dopo numerose revisioni condivise con il team artistico e il regista, abbiamo consegnato una style guide animazione che ha unito precisione tecnica, qualità estetica e funzionalità pratica. Il cliente si è dichiarato pienamente soddisfatto — e per noi, questa è la conferma più importante. Se anche tu stai lavorando a un progetto animato e hai bisogno di una style guide professionale, Pixsmart Digital Agency è al tuo fianco per creare un’identità visiva chiara, coerente e pronta per il mercato. Contattaci e raccontaci la tua idea! Facebook X LinkedIn
Tiffany Blue: la storia di un colore che ha fatto il branding
Tiffany Blue non è solo un colore: è un simbolo potente di branding. Il branding, infatti, non è solo un logo o uno slogan, ma un insieme di elementi visivi ed emotivi che, combinati in modo coerente, creano un’identità unica e riconoscibile. Alcuni brand sono riusciti a trasformare dettagli apparentemente semplici in veri e propri simboli globali. Un esempio leggendario è il Tiffany Blue, il colore che ha reso la celebre maison di gioielli newyorkese un punto di riferimento mondiale. Ma cosa rende davvero unico questo colore? E soprattutto, cosa può imparare un’impresa moderna – piccola o grande – da questa storia di branding? Un piccolo negozio, un grande destino Nel 1837, a New York, Charles Lewis Tiffany apre un piccolo negozio di gioielli. La concorrenza è alta, ma la visione è chiara: distinguersi. La chiave sarà proprio un colore. Nel 1845 Tiffany pubblica il suo primo catalogo, il Blue Book, con una copertina di un blu delicato e sofisticato. Quel colore si imprime subito nella memoria collettiva dei clienti. Anno dopo anno, confezioni, scatole e campagne si tingono della stessa tonalità, fino a farla diventare un elemento identitario inscindibile dal marchio. Nel 1998 il Tiffany Blue viene ufficialmente registrato come marchio di fabbrica con un codice Pantone dedicato: Pantone 1837, in omaggio all’anno di fondazione. Una dimostrazione di come un dettaglio cromatico possa diventare patrimonio culturale e strategia di marketing a lungo termine. Il potere di un colore Perché il Tiffany Blue funziona così bene? Non si tratta di una semplice scelta estetica, ma di una vera e propria strategia di branding sensoriale. Questo colore comunica: Eleganza senza tempo, evocando raffinatezza e prestigio. Lusso accessibile ma esclusivo, rendendo desiderabile il brand senza apparire irraggiungibile. Emozione di un regalo indimenticabile, perché la famosa Blue Box non è solo packaging: è promessa di un’esperienza unica. La Blue Box conta quanto il gioiello al suo interno. È diventata un oggetto iconico, simbolo di amore e momenti speciali. Oggi, il Tiffany Blue è così riconoscibile da superare in potenza comunicativa lo stesso logo Tiffany. Il colore come identità visiva Questa storia dimostra che il branding non è fatto solo di parole, ma soprattutto di coerenza visiva. Tiffany ha trasformato un dettaglio – il colore – in un pilastro del suo brand equity. Ogni azienda, anche piccola o in crescita, può applicare la stessa logica. Il “colore Tiffany” per un business moderno può essere: Una palette cromatica originale che distingue il brand nel settore. Un packaging unico, che i clienti associano immediatamente al marchio. Un tono di voce costante e riconoscibile nelle comunicazioni. Un’esperienza d’acquisto che coinvolge i sensi e crea emozione. Quando tutti questi elementi lavorano insieme, si costruisce un’identità che non ha bisogno di spiegazioni: basta un dettaglio per farsi riconoscere. Cosa imparare da Tiffany per il tuo brand Il caso Tiffany è un esempio perfetto di branding efficace: Coerenza nel tempo (il colore non è mai cambiato). Differenziazione rispetto ai concorrenti. Trasformazione di un dettaglio in icona culturale. Per le aziende di oggi, la sfida è simile: trovare quell’elemento distintivo che sappia raccontare la propria identità e trasmettere fiducia. Nel mondo digitale, dove la concorrenza è a portata di click, la riconoscibilità è la chiave per emergere. Conclusione Il Tiffany Blue è la prova che un brand forte non si costruisce solo con prodotti di qualità, ma anche con un’identità visiva coerente, memorabile e capace di emozionare. E tu, hai già trovato il tuo “colore Tiffany”?Noi di Pixsmart Digital Agency siamo pronti ad accompagnarti nella costruzione di un brand riconoscibile, emozionale e strategico.Scrivici ora e inizia il percorso per trasformare il tuo colore in un’icona di branding, come ha fatto Tiffany.. Perché nel marketing moderno, non basta farsi vedere: bisogna farsi ricordare. Facebook X LinkedIn
Rebranding eBay: la storia del rilancio globale del brand

Il rebranding eBay è la dimostrazione concreta che dietro ogni grande brand c’è una storia fatta di intuizioni, rischi e capacità di adattamento. Tra queste storie, quella di eBay occupa un posto speciale. Da semplice sito di aste online creato in un garage in California, la piattaforma è diventata un punto di riferimento mondiale per chi cerca oggetti unici, vintage o da collezione. Ma non tutto è stato un percorso lineare: la concorrenza spietata di colossi come Amazon e la difficoltà di comunicare con le nuove generazioni hanno messo a dura prova la sua sopravvivenza. Oggi eBay conta oltre 130 milioni di utenti attivi e si conferma come marketplace globale. Ma come ci è arrivata? E cosa possiamo imparare dal suo percorso? Le origini: AuctionWeb e il primo oggetto venduto Nel settembre 1995, Pierre Omidyar lanciò un progetto quasi sperimentale: un sito chiamato AuctionWeb. L’idea era semplice ma rivoluzionaria: permettere a chiunque di vendere qualsiasi cosa online. Il primo oggetto venduto fu un puntatore laser rotto. Quando Omidyar chiese all’acquirente se fosse consapevole delle condizioni, ricevette una risposta sorprendente: “Sono un collezionista di puntatori laser rotti”. Quel momento segnò una svolta: anche ciò che sembrava inutile poteva avere valore, se trova il suo pubblico. Questa intuizione posizionò eBay non come un semplice sito di vendite, ma come un luogo dove ogni oggetto può trovare un acquirente. La crescita esplosiva e l’acquisizione di PayPal Durante gli anni ’90, eBay vide una crescita esponenziale. La piattaforma non era solo un sito di aste, ma una vera e propria community di acquirenti e venditori. La mossa strategica più importante arrivò nel 2002, con l’acquisizione di PayPal per circa 1,5 miliardi di dollari. Questo accordo trasformò eBay in un marketplace sicuro: PayPal diventò il metodo di pagamento principale, offrendo garanzie sia ai venditori che agli acquirenti. La fiducia degli utenti aumentò, le transazioni si moltiplicarono e, per molti anni, eBay rimase sinonimo di shopping online sicuro e accessibile. Le prime difficoltà: concorrenza e percezione del brand Tuttavia, dal 2008 in poi, la crescita rallentò. L’ascesa di Amazon con i suoi servizi rapidi e affidabili cambiò le regole del gioco. eBay veniva percepito come un marketplace meno innovativo, con un’interfaccia obsoleta e comunicazione poco incisiva. Le nuove generazioni lo consideravano “vecchio” e poco sicuro. In un mercato in continua evoluzione, eBay sembrava essersi fermato, mentre i competitor investivano in branding e innovazione tecnologica. Il rebranding: dal sito di aste a marketplace globale Consapevole della necessità di cambiare, il rebranding eBay non si è limitato a un restyling grafico, ma ha rappresentato un nuovo posizionamento strategico: Da piattaforma di aste a marketplace globale affidabile. Campagne pubblicitarie più emozionali, basate su fiducia, sicurezza e convenienza. Forte spinta sul mobile commerce e miglioramento della User Experience. Investimenti in brand awareness per attrarre nuove generazioni di utenti. Questo processo di rilancio ha permesso a eBay di scrollarsi di dosso l’etichetta di piattaforma “vecchia” e di tornare a competere con i giganti dell’e-commerce. eBay oggi: un marketplace da 130 milioni di utenti Nel 2025 eBay conta oltre 130 milioni di utenti attivi in tutto il mondo. Il suo core business è diventato chiaro: usato, vintage e collezionismo. Settori che oggi hanno una fortissima domanda, anche grazie al trend della sostenibilità e dell’economia circolare. Mentre Amazon punta sulla velocità e la logistica, eBay ha scelto di valorizzare la sua unicità: essere il luogo dove trovare oggetti rari, fuori produzione o da collezione. In un mondo dove il nuovo è sempre disponibile ovunque, eBay è diventato lo spazio per chi cerca il diverso e l’unico. Lezioni di branding dalla storia di eBay La storia di eBay è ricca di spunti utili per qualsiasi brand: Innovare continuamente – Nessun successo dura per sempre. Anche un leader deve evolversi per restare rilevante. Curare la percezione del brand – Essere percepiti come vecchi o poco sicuri può annullare anni di lavoro. La comunicazione va aggiornata costantemente. Ascoltare il mercato – La separazione da PayPal e il focus su usato e collezionismo sono scelte dettate dall’osservazione dei bisogni reali degli utenti. Valorizzare la propria identità – Invece di imitare Amazon, eBay ha trovato il suo spazio unico, puntando su ciò che lo rende differente. Vuoi rilanciare anche il tuo brand? La storia di eBay dimostra che non basta crescere: bisogna sapersi reinventare. Un brand che non evolve rischia di perdere terreno, mentre chi sa adattarsi può rinascere più forte di prima. Il rebranding eBay ci insegna che innovazione, ascolto del mercato e strategia comunicativa possono trasformare una crisi in un’opportunità. Da Pixsmart, la nostra agenzia di comunicazione a Roma, supportiamo le aziende in percorsi di branding, rebranding e digital marketing.Ti aiutiamo a costruire un’identità forte, riconoscibile e sempre attuale. Vuoi scoprire come applicare l’AI nel project management alla tua azienda? Contattaci oggi stesso e trasformiamo insieme la tua storia in un caso di successo! Facebook X LinkedIn
Perché i template non bastano: i rischi del fai-da-te nel graphic design

Davvero chiunque può creare grafica fai-da-te? Oggi chiunque può creare un post social o un volantino in pochi minuti grazie a strumenti come Canva e altri editor online. Con qualche tutorial, un po’ di gusto estetico e la scelta di un template accattivante, molti imprenditori e liberi professionisti sono convinti di poter gestire in autonomia la propria comunicazione visiva. Ma il graphic design non è solo questione di “mettere insieme un testo e un’immagine”. È strategia, coerenza, psicologia dei colori, tipografia, impatto visivo e storytelling. Un brand costruito con grafiche improvvisate rischia di sembrare poco professionale, incoerente e poco credibile agli occhi dei clienti. In questo articolo scopriremo quali sono i rischi del fai-da-te nel graphic design e perché affidarsi a un’agenzia di comunicazione significa investire sulla crescita del proprio brand. Il mito dei template: facili, veloci… ma uguali per tutti La promessa dei tool di design online è chiara: velocità e semplicità. In pochi clic puoi ottenere un post Instagram, un biglietto da visita o un’infografica. Il problema? Gli stessi template vengono usati da migliaia di persone in tutto il mondo. Il risultato è una comunicazione che: non è originale; rischia di confondere il tuo brand con quello di altri; non trasmette la tua unicità sul mercato. Un marchio che vuole distinguersi non può permettersi di comunicare con gli stessi layout e font di un negozio dall’altra parte del mondo I rischi concreti del “fai-da-te” nel graphic design 1. Mancanza di coerenza visiva Un brand professionale deve avere una brand identity solida, con loghi, palette colori, font e linee guida grafiche coerenti. Chi utilizza template diversi per ogni contenuto rischia di apparire disordinato e poco affidabile. 2. Comunicazione inefficace Un volantino, una brochure o un post social non devono solo “essere belli”, ma devono raggiungere un obiettivo: vendere, informare, fidelizzare. Un approccio improvvisato spesso non tiene conto di gerarchie visive, call to action e principi di marketing persuasivo. 3. Rischio di sembrare amatoriale Il pubblico riconosce subito quando un contenuto è “fatto in casa”. E in un mercato competitivo, l’impressione conta. Un brand che comunica con grafiche amatoriali perde autorevolezza e credibilità. 4. Limitazioni tecniche I template preimpostati hanno vincoli di formati, dimensioni e possibilità di personalizzazione. Se il tuo brand ha bisogno di soluzioni su misura (packaging, campagne pubblicitarie, cataloghi, siti web), Canva & Co. non sono sufficienti. 5. Tempo perso (non risparmiato) Molti imprenditori pensano di risparmiare creando grafiche da soli. In realtà, passano ore a modificare, adattare e cercare di “fare qualcosa di decente”. Tempo che potrebbe essere investito nel far crescere il proprio business, lasciando la comunicazione a chi ne fa il proprio mestiere. Perché affidarsi a professionisti fa la differenza Un’agenzia di comunicazione non si limita a creare “bei disegni”: progetta strategie visive per far crescere il tuo brand. Ecco cosa troverai affidandoti a un team di professionisti: Project Manager che coordina ogni fase e mantiene la visione globale. Graphic Designer che studia soluzioni visive uniche e personalizzate. Web Designer che trasforma la tua identità visiva in esperienze digitali efficaci. Video e Photo Maker che creano contenuti originali e di alta qualità per rafforzare il tuo storytelling. Ogni figura lavora in sinergia per dare al tuo brand un’immagine coerente, professionale e distintiva. Conclusione: smetti di sembrare uno dei tanti Il fai-da-te nel graphic design può sembrare la scorciatoia perfetta, ma alla lunga diventa un ostacolo per la crescita del tuo brand. Template e strumenti online possono aiutare per progetti personali, ma quando si parla di comunicazione aziendale, serve un approccio strategico e professionale. La tua azienda merita molto più di un template. Merita un team di esperti che sappia trasformare la tua identità in un brand forte, unico e riconoscibile. Contatta la nostra agenzia di comunicazione: con il nostro team di project manager, graphic designer, web designer, video e photo maker, costruiremo insieme la strategia visiva che farà davvero la differenza. Contattaci per una consulenza gratuita e scopri come il rebranding del tuo logo può far crescere davvero la tua azienda. Facebook X LinkedIn